Il caffè amaro fa bene o male? Il dibattito è sempre acceso fra i maniaci della nera bevanda, tra gli integralisti che sostengono la necessità benefica, oltre che per le papille gustative, del caffè senza zucchero, e chi invece non solo non sa rinunciare a un po’ di dolcezza ma sostiene che il caffè amaro fa male. Chi ha ragione? In generale scienziati ed esperti del settore sono in buona sostanza concordi nel ritenere che il caffè amaro faccia bene, ed elencano una serie di benefici a supporto di tale tesi.
Perché il caffè amaro fa bene
Nell’elenco del caffè amaro benefici ve ne sono alcune alquanto insospettabili, come ad esempio la sua capacità dietetica derivante dalla termogenesi: il caffè amaro infatti accelera il metabolismo aiutando a bruciare i grassi, ma soprattutto permette di bloccare lo stimolo della fame, aiutando a sentirsi sazio. Inoltre il caffè amaro migliora l’umore, tanto che secondo alcuni studi bere tra le 2 e le 4 tazzine ridurrebbe del 50 per cento il rischio di suicidio. Ma il caffè amaro fa bene anche all’aspetto esteriore perché, essendo la sostanza ricca di antiossidanti, riesce a combattere la cellulite e l’invecchiamento precoce della pelle. Inoltre bere il caffè senza zucchero allunga la vita proteggendo da svariate malattie e migliorando anche le abilità e le prestazioni del nostro cervello.
Il caffè amaro ha controindicazioni
Poiché tanti bevono caffè amaro soprattutto per dimagrire, alcuni medici hanno avvertito la necessità di richiamare l’attenzione sulla quantità di tazzine, intimando una necessaria moderazione. Infatti non bisognerebbe superare il quantitativo comrpeso tra 3 e 5 tazzine di caffè amaro al giorno, soprattutto da soggetti che soffrono di patologie di natura cardiovascolare, poiché la caffeina produce un aumento della pressione arteriosa. Inoltre favorisce la secrezione di acido cloridrico e pepsina nello stomaco, per cui il risultato potrebbe essere una maggiore predisposizione a patologie come ulcere e gastriti.
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